2002, Annata storta, piovosa fredda.
Vendemmia molto difficile, in parecchi casi i vini di punta non sono stati fatti o non sono poi stati messi in commercio.
Fortunatamente esistono microclimi dove l’andamento stagionale è stato più clemente, vecchie vigne che anche nelle stagioni-no riescono a dare uve perfette o quasi, e produttori (illuminati-preveggenti-fortunati fate voi) che riescono a fare piccoli miracoli.
Abbiamo pensato che a parecchi anni da questa vendemmia riassaggiare qualcosa poteva essere parecchio interessante.
Siamo riusciti a recuperare sei rossi dell’annata, 2 anteprime, e 4 purtroppo non più in commercio, tutte bottiglie provenienti direttamente dalle cantine dei produttori (che ovviamente ringraziamo calorosamente).
Avevamo anche 2 bottiglie di bianco ma purtroppo la conservazione non era stata fatta nel dovuto modo (non provenivano da cantine dei produttori, ma le abbiamo acquistate noi), un vero peccato visto che si trattava di 2 vini adatti al lunghissimo invecchiamento.
Pronti via, vino nei bicchieri a coppie.
Campione n° 1
Rubino intenso velato, senza nessun cedimento sull’unghia.
Parte chiuso al naso e anche un poco ridotto, per poi aprirsi lentamente su toni di frutta rossa matura, maresca in primis. Sbuffi di spezia, fragolina di bosco a fare capolino.
Bocca potente, giustamente sostenuta da una buona acidità, finisce sapido anche se non lunghissimo.
Ancora giovane, migliorerà con gli anni (se ne avete ancora in cantina, blindatelo per almeno un lustro).
Pinot Nero – Riva del Ciliegio, Alberto Anguissola Travo (PC)
Campione n° 2
Granato chiaro con riflessi topazio, luminosissimo.
Da subito variegato al naso, tabacco, frutta rossa, spezie essicate (chiodo di garofano, timo) fiori secchi.
Esile in bocca solo in apparenza, ha tannino dolce e acuminato nello stesso tempo e una acidità netta, mai fastidiosa anzi perfettamente integrata.
Con il trascorrere del tempo il naso si arricchisce ancora con l’arancia sanguinella, il cuoio, una nota quasi di pepe nero appena macinato.
Finisce lungo con ritorni per via retronasale con una bella sanguinella che quasi vira sull’arancia amara.
Bellissimo in serata ancora meglio il giorno seguente, il vino si distende, acquista volume, bellissimo bicchiere.
Un grandissimo nebbiolo di montagna, anzi una Chiavennasca come lo chiamano in Valtellina…
Verrà messo in commercio probabilmente nel 2013.
Un mast per la mia personale cantina.
Rocce Rosse 2002, Ar.Pe.Pe – Sondrio
P.S. In Valtellina l’andamento climatico è stato da annata 5 Stelle
Campione n° 3
Rubino intenso, appena velato, nessun cedimento sull’unghia.
Inizialmente molto chiuso al naso, si apre poi su note di frutta rossa, qualche sbuffo minerale.
In bocca le parti dure, acidità per prima hanno il sopravvento.
Con il trascorrere del tempo il vino si apre e si sistema, escono al naso note più complesse di agrumi, su tutte l’arancia rossa e quel sottobosco che definisco come terra bagnata.
Anche la bocca si fa interessante, l’acidità si integra con le altre componenti, il vino riempie tutto il cavo orale.
Adattissimo alla vendita a bicchiere.
Vigna del Noce 2002 – Ezio Trinchero – Agliano Terme (At)
Campione n° 4
Rubino limpido nel bicchiere, senza cedimenti.
Sottile quasi rarefatto al naso, elegantissimo. Apre su note di frutta rossa quasi eteree, a cui fa seguito la spezia, probabile ricordo del legno piccolo molto ben dosato.
Bocca di grande equilibrio, acidità e struttura, alcool elevato ma non avvertibile.
Uve provenienti da una vigna quasi centenaria (impianto del 1920).
Durerà ancora qualche anno, ma secondo me ha raggiunto l’apice.
Barabba – Iuli – Montaldo di Cerrina (Al)
Campione n° 5
Rubino intenso, nessun cedimento sull’unghia.
Apre su note di violetta e cera d’api, frutta rossa croccante.
In bocca invece è succosissimo, fresco, dalla bevibilità estrema, potente, intenso. E tale rimarrà per i due giorni a seguire. Muta invece il naso che vira su mela rossa e spezie dolci.
Gran bel vino. Potenza ed eleganza, territorio e finezza.
Uscirà il prossimo anno, a dieci dalla vendemmia, avrà nella mia cantina un posto d’onore, da bere all’uscita o dopo diec’anni.
Macchiona 2002 – La Stoppa – Rivergaro (Pc)
Campione n° 6
(bottiglia consegnata dal corriere solo mezz’ora prima dell’inizio degli assaggi)
Rubino intenso quasi impenetrabile, anche qui nessun cedimento.
Appena aperto era su toni caffettosi non tanto piacevoli, ma a fine serata e il giorno dopo era un bicchiere molto piacevole ed elegante, naso giocato su una bella marasca matura ma non cotta e incenso, mobile e variegato, tannini eleganti una gran beva sostenuta da una acidità notevole ma molto ben integrata.
A tavola consigliamo di scaraffare, cosa che noi non facciamo mai, giusto per vedere l’evoluzione nel bicchiere.
A due giorni dall’apertura il vino non era minimamente ossidato per cui lo consigliamo anche per essere servito a bicchiere.
Decisamente intrigante, per nulla semplice, molto elegante.
Montepulciano d’Abruzzo – Emidio Pepe – Torano Nuovo (Te)
Per concludere 2 riflessioni.
In annata difficile le vigne vecchie si dimostrano una sicurezza, in un modo o nell’altro riescono a dare uve di buona qualità.
I vini hanno bisogno di tempo (e di ossigeno) per esprimersi al meglio, meglio saperlo quando stappate un 2002, non fermatevi alla prima annusata o al primo sorso. Tenete a portata di mano un decanter o una semplice caraffa, sono atrezzi che possono fare miracoli, se non avete tempo di aspettare.