Già nel 2013 l’argomento dell’etichetta trasparente del vino era uscito con impeto nel corso dell’evento annuale di Vini veri a Cerea. Quest’anno il consorzio di produttori guidato da Gianpiero Bea fa dell’etichetta trasparente il proprio cavallo di battaglia a cominciare dall’immagine della manifestazione, perché l’etichetta è e deve essere la carta d’identità del vino e come tale deve identificare il contenuto della bottiglia nel modo più reale e trasparente possibile. La questione dell’etichettatura del vino è ancora molto problematica: è stata infatti confermata la deroga che esenta il vino dal riportare gli ingredienti, ormai unico alimento senza indicazioni in etichetta, e sono ancora tante le multe pagate dai vignaioli – naturali e non – a causa di imperfezioni nell’etichettatura.
Per il programma e le informazioni generali sulla 12a edizione di ViniVeri 2015 – Vini secondo Natura, in programma dal 20 al 22 marzo all’Areaexp “La Fabbrica” a Cerea (VR) vi rimandiamo all’articolo di presentazione. Qui vogliamo invece parlarvi della conferenza internazionale in programma venerdì 20 marzo alle ore 18 dal titolo “Il Vino deve avere l’etichetta trasparente” uno spazio per mettere in comune le riflessioni su l’etichetta del vino tra incoerenze legislative e diritti del consumatore a conoscere ciò che sta bevendo. Saranno presenti le associazioni ed aggregazioni italiane ed europee di produttori di vini generati da uve ottenute senza la chimica di sintesi in vigna e senza addizioni e stabilizzazioni forzate in cantina per riflettere ed avanzare insieme una proposta alle Istituzioni.
La conferenza è moderata da Sandro Sangiorgi, giornalista di Porthos, intervengono Giampiero Bea, presidente del Consorzio ViniVeri, Oreste Gerini, direttore generale Dipartimento ICQRF (Ispett.to Cent.le della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari), Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, Emmanuel Giboulot, vignaiolo francese “Renaissance des Appelations”, Stefano Bellotti, presidente dell’associazione “Renaissance Italia”, Antonella Anselmo, avvocato, Executive Wine Master. Particolarmente importante la presenza dei consumatori perché su questo argomento sono proprio i consumatori finali a subire una lesione del proprio diritto ad essere informati e sarà molto interessante ascoltare a questo proposito quello che potrà dire il presidente di Federconsumatori.
Ci prepariamo a questo importante incontro ripercorrendo velocemente le diverse posizioni emerse in questi anni e i problemi che ha posto l’etichettatura del vino. Il mercato mondiale del vino è economicamente così importante da portare sul campo di gioco i giganti della produzione agroalimentare che a suon di milioni di bottiglie prodotte per azienda condizionano pesantemente il settore con azioni di lobby che fermano la legislazione anche quando questa andrebbe a favore sia del comune cittadino che delle aziende che, lavorando con cura e senza l’impiego di sostanze estranee al vino, vorrebbero potersi raccontare anche attraverso l’etichetta. Anche i consorzi di tutela delle DOC rivendicando il proprio diritto a difendere una nicchia di produzione vanno invece a danneggiare altri produttori – vedi il caso della tutela dei nomi che impediva l’uso dei toponimi, per il quale la FIVI ha minacciato la disobbedienza civile e che si è poi concluso con un’ammissione di errore. La non trasparenza delle etichette dei vini da tavola sarebbe un altro problema da affrontare in relazione ai consorzi delle doc.
Per un produttore biologico certificato, e quindi controllato, difendersi è possibile ma molto impegnativo. Il principio utilizzato oggi è quello della dimostrabilità, cioè se è possibile fornire documentazione per dimostrare che le informazioni riportate in etichetta sono veritiere non c’è infrazione e molti processi sono dimostrabili attraverso i registri di cantina che i produttori convenzionali non sono tenuti ad avere. Perché allora non si fa? Credo sia un problema esclusivamente di incertezza del risultato e del tempo eccessivo necessario alla dimostrazione, troppo impegnativo per una piccola azienda.
In mancanza di un obbligo collettivo all’etichettatura trasparente del vino, anche quando il vignaiolo naturale informa attraverso l’etichetta, non c’è dall’altra parte un’etichettona in cui il vignaiolo convenzionale deve scrivere tutto quello che ha usato o che ha fatto, etichettona che impressionerebbe facilmente qualunque “lettore” come si vede dall’immagine a fianco.
Importante quindi che Vini veri ricordi ancora una volta che l’etichetta è la carta d’identità e ci auguriamo che si possa aprire una discussione con gli enti preposti per affrontare e risolvere questo problema.
Per maggiori informazioni e approfondimenti vi invitiamo a rileggere alcuni degli articoli pubblicati su questo tema negli anni passati:
- Una questione di etichetta
- Il vino naturale esiste e si fa nella vigna
- Vini veri chiede gli ingredienti del vino in etichetta
- Gli ingredienti del vino in etichetta
- W la différence!
- Tutti gli articoli sul tema: Etichettatura vino
Ci diamo appuntamento a Cerea per la 12a edizione di Vini Veri!