Nel nome del mercato globale l’UE, con il beneplacito e il supporto tecnico dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), autorizza nuove tecniche enologiche: acidificazione, riduzione degli zuccheri, disacidificazione e l’innalzamento dei valori di dealcolizzazione ammessi.
Leggiamo sul sito dell’Unione Italiana Vini (articolo del 21 febbraio 2013) che l’Unione europea per dare ai produttori comunitari le medesime nuove opportunità offerte ai produttori dei Paesi terzi, ha disposto l’autorizzazione di alcune nuove pratiche enologiche in base alle condizioni d’uso definite dall’OIV. Queste le principali novità introdotte: il trattamento di dealcolizzazione parziale del vino, cambia nome e diventa il trattamento di correzione del tenore alcolico dei vini. Il tenore alcolico potrà essere ridotto fino ad un massimo del 20% (in precedenza era al massimo di 2 gradi) e quindi la riduzione può essere più ampia per i vini di alta gradazione. Sono state aggiunte inoltre le seguenti tre nuove pratiche enologiche:
- acidificazione mediante trattamento con scambiatori di cationi,
- riduzione del tenore di zucchero nei mosti mediante accoppiamento tra membrane,
- disacidificazione mediante trattamento elettromembranario
Queste pratiche enologiche possono essere particolarmente esposte al rischio di usi fraudolenti e pertanto l’Unione europea ne ha prescritto l’iscrizione nei registri obbligatori. Infine sono stati soppressi alcuni metodi di analisi dello zucchero d’uva (mosto di uve concentrato rettificato) per sostituirli con altri adottati dall’OIV.
Ancora una volta, in funzione delle esigenze di un mercato globale che sempre più impone le proprie esigenze a discapito di cittadini, artigiani e agricoltori, si consente l’impiego di tecniche che sempre più allontanano il vino dalla bevanda industriale che ancora viene venduta con questo nome.