Borc Dodon(Friuli Venezia Giulia – Udine)
Scodovacca, pianura, basso Friuli, zona storicamente vocata per la viticoltura, inizia qui l’incontro con Denis Montanar, piove (governo ladro) così deciamo di visitare prima cantina ed azienda e lasciare le vigne al primo spiraglio di sole. Raggiungiamo Borc Dodon, ovvero lo spendido casinale dove hanno sede la cantina e l’agriturismo di Denis.
La semplità e ed il rigore sono di casa, si nota dal restauro conservativo delle costruzioni e dalla semplità delle attrezzature di cantina. Una pompa un torchio tanto legno, dai tini tronconici alle barrique vecchie di parecchi passaggi, qualche piccolo contenitore in acciaio.
Qualche veloce assaggio dalle botti,ed ecco finalmente un raggio di sole. Ci precipitiamo in vigna. I filari sono inerbiti, impiantati su un terreno argilloso e profondo, a un chilometro da lì sorgeva in passato una fabbrica di mattoni…
Il terreno poverissimo fa si che la crescita della vite sia di molto rallentata,così come la produzione naturalmente ridotta. Manca poco alla vendemmia (2009) e sui filari l’uva è sanissima. Gli impianti recenti sono tutti a guyot, i più anziani a capuccina. Ma Borc Dodon non è solo uva e vini, ma una azienda chiusa dove convivono svariate colture. Negli appezzamenti più fertili viene piantato mais di varietà antiche sia bianco che giallo, coltura rigorosamente biologica senza nessun diserbo ne meccanico ne, tantomeno, chimico. I foraggi completano la gamma di produzione aziendale. Ricomincia a piovere e ritorniamo al coperto, le chiacchere proseguono davanti a questa bottiglia.
Un cabernet franc del 1992, in spendida forma, dai profumi netti e precisi, grande bevibilità. Una bottiglia di grandissimo fascino, bravo Denis. Finisce qua il nostro incontro, mi porto appesso qualche bottiglia che andrà riposta in cantina nell’angolo “aprire dopo 10 anni almeno”. Grazie Denis, sprattutto per essere la dimostrazione vivente che “un’altra agricoltura è possibile”.