Si è concluso oggi 4 dicembre 2014 con l’assoluzione il caso giudiziario che ha coinvolto il vignaiolo francese Emmanuel Giboulot. Emmanuel era stato condannato nell’aprile di quest’anno per essersi rifiutato di trattare le sue vigne contro la flavescenza dorata.
“E’ una vittoria della mobilitazione popolare, è stata un’allerta” ha dichiarato Giboulot al termine del pronunciamento della corte, acclamato dal suo comitato di sostegno. “La corte ha giudicato che il decreto prefettizio che obbligava a trattare i vigneti era illegale, perché non era stato deciso nell’urgenza ne approvato dal ministro dell’agricoltura. E’ questo che difendiamo” ha detto il suo avvocato Benoist Busson, intervistato dal quotidiano francese Le Monde.
Nel giugno del 2013 il vignaiolo si era rifiutato di trattare i propri vigneti (10 ettari in biodinamica da diversi anni): “Anche il piretro, insetticida autorizzato nella viticoltura biologica, non è selettivo: avrebbe distrutto la cicalina, insetto vettore della flavescenza dorata, ma al tempo stesso la fauna ausiliaria sulla quale mi appoggio per regolare l’ecosistema del mio vigneto” aveva argomentato davanti al tribunale di Digione nel febbraio 2014.
Il 7 aprile 2014 lo stesso tribunale aveva condannato Giboulot al pagamento di una multa di 1000€, una pena leggera se confrontata agli iniziali 30.000€ più carcerazione chiesti inizialmente. Ritenendo il giudizio ingiustificato e denunciando il “pensiero unico” sull’uso dei pesticidi nei vigneti, Giboulot ricorre in appello.
Il suo caso non potrà forse fare giurisprudenza, ma di certo si è aperto un dibattito e la situazione è migliorata: “Quest’anno solo sedici comuni sono stati sottomessi al trattamento obbligatorio contro la flavescenza dorata. E’ la prova che non ci troviamo in una pandemia e che non c’è bisogno di trattare l’intero dipartimento. Questo è avvenuto anche grazie alla mobilitazione dei cittadini.”
Gran parte del mondo vitivinicolo convenzionale ritiene che non ci siano alternative ai pesticidi per la lotta alla flavescenza dorata, ma Giboulot non accetta questo assunto e continua a lavorare su delle alternative. Con il Service d’écodéveloppement agrobiologique et rural de Bourgogne (Sedarb), un’associazione che vuole promuovere il biologico nel dipartimento, egli continua a provare rimedi alternativi e naturali per la lotta alla cicalina. A breve saranno esposti i risultati.
Fonte: Le Monde