O meglio della familia Puglisi. Etna, versante nord, 650 mt slm

La bottiglia da aprire quando vuoi andare sul sicuro, bottiglia che mette tutti d’accordo, appassionati, enostrippati, comuni mortali a cui piace un buon bicchiere a tavola.
Vulcano, altitudine, Sicilia. Sapidità, finezza, calore.
L’abbiamo abbinato auna pasta che noi chiamiano alla sicula, ovvero condita con un sugo di melanzane (tante), olive, capperi e pomodoro (poco).
Un mezzo bicchire l’ho assaggiato durante la cottura della pasta, appena aperto l’alcol si sente parecchio, nel giro di qualche minuto il vino sprigiona tutta la sua potenza, senza mai perdere in eleganza.
Frutta nera, appena colta, spezie, magistrale l’uso del legno che si intuisce ma non si avverte ne al naso e tantomeno in bocca.


Vino potente in bocca, senza eccessi, un sorso tira l’altro, pulito al naso in ogni fase di evoluzione nel bicchiere.
Finisce quasi troppo presto, per poterlo riassaggiare il giorno dopo ho dovuto togliere la bottiglia dalla tavola lasciamdone un bicchiere.
Ed il giorno dopo è ancora bellissimo, forse anche più elegante. Un vino che potete mettere in degustazione a bicchiere, al ristorante od in enoteca, regge tranquillamente aperto almeno un paio di giorni.
Vino pronto da bere oggi, evolverà positivamente per almeno una decina d’anni.
Enotrio il progetto agricolo, un sogno realizzato.
Nunzio Puglisi è una parte importante della storia della viticultura etnea. Ha lavorato come agronomo in moltissime vigne del vulcano, predilegendo sempre una agricoltura più pulita possibile.
Oggi, nella sua piccola azienda, lavora in biologico stretto, conserva il più possibile i vecchi tradizionali alberelli.
In cantina botti, vasche in acciaio e cemento, tradizione e semplicità assolute.
Vinificazioni naturali, senza additivi, se non un poco di solforosa all’imbottigliamento.
Nuove leve stanno crescendo in azienda, Stefany e Désirée stanno seguendo le orme paterne, brave avanti così.
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