Trinchero Antica Azienda Agricola (Piemonte – Asti) La strada accarezza vecchie vigne, ceppi imponenti spuntano da un terreno bianco, magro ricchissimo di scheletro. All’improvviso una imponente ed antica costruzione dai muri bianchi, l’insegna. Siamo arrivati in uno dei templi della barbera storica.
Ci accolgono Ezio e Monica, si respira Piemonte autentico. La giornata di inizio estate è torrida, ci infiliamo immediatamente dentro il cuore della cantina, la dove i vini riposano per anni nelle grandi botti in attesa di essere trasferiti in bottiglia. Il tempo sembra rallentare, quasi scorrere all’indietro. Botti di capacità insolite per questo terzo millenio, 20, 30, 50 cento quintali. Botti perfettamente integre, costruite per sfidare i decenni, doghe dagli spessori enormi, essenze rovere e castagno.
Altrettanto insolite le annate del vino ad affinare. Si parte dal 2005 fino ad arrivare, ovviamente, alla scorsa vendemmia. Barbera, Grignolino, Freisa, Dolcetto sono i nomi dei vitigni che leggiamo sui lignei contenitori. Unica concessione all’esterofilia, una botte di merlot, proveniente da una vigna di una quarantina d’anni piantata dal padre di Ezio. La ricetta qui è davvero semplice. Vecchie vigne impiantate su terreni poveri, rese basse anche se non esasperate, lieviti autoctoni, macerazioni prolungate. Tempo per smussare gli angoli duri di questi vitigni di grande tradizione, il tutto condito da un gradissimo rispetto per l’uva. Un mix semplicissimo quanto raro da ritrovare nelle aziende vitivinicole “al passo con i tempi”.
Nonostante la calura optiamo per una rapida visita alla “Vigna del Noce” vigneto classe 1920, bellissimo esempio di come le vigne ben trattate possano durare nei decenni, restando produttive ed in grado di dare enormi soddisfazioni.
Da sempre solo zolfo e rame, produzione non abbondante ma nemmeno scarsa. Grande uva, dalle caratteristiche uniche. Acidità elevate, grappoli piccoli, diversi i cloni presenti. Grande fascino e grande resistenza a malattie e parassiti. Fa davvero caldo, nonostante una brezza spiri costante. Riscappiamo in cantina, dove assaggiamo Freisa 2006 (appena andata in bottiglia, deve ancora aggiustarsi, già si nota uno spettro olfattivo fine e variegato, mentre il tannino è ancora parecchio aggressivo), Grignolino 2005 (spendido il colore scarico con l’unghia aranciata, finissimo il naso di ciliegia e spezia, fantastica la beva). Riserviamo al pranzo il vino pricipe dei Trinchero, il “Vigna del Noce 1999” in bottiglia da 5 anni dopo 4 di affinamento in botte di castagno. Non voglio rovinarvi la sorpresa, vi dico solamente che è una grandissimo vino, una barbera da monumento. Chiedelo ad Ezio allieterà i vostri deschi come pochi vini sanno fare. Finisce in gloria la nostra visita davanti ai piatti tradizionalissimi dell’Enoteca con cucina “Caffè Roma” Costigliole d’Asti, consigliatissimo locale della zona. Un grande grazie ad Ezio Trinchero per la slendida accoglienza, e un arrivederci a presto per fotografare i grappoli delle spendide barbere.