Terroir è una parole francese (che si legge terruar) per cui la lingua italiana non dispone di una traduzione. Come il territorio esso si riferisce un’area ben delimitata dove le condizioni naturali, fisiche e chimiche, la zona geografica ed il clima permettono la realizzazione di un vino specifico e identificabile mediante le caratteristiche uniche della propria territorialità.
Ma il termine terroir definisce anche l’interazione tra più fattori, come terreno, disposizione, clima, viti, viticoltori e consumatori del prodotto. Nel vino naturale questa complessa interazione rappresenta la chiave d’accesso alla comprensione di un vino.
Il terroir

Questione di terroir: i vigneti da selezione massale
Quando si parla di vino naturale si dice spesso cosa non si fa, ma sfugge a volte quello che i vignaioli fanno per ottenere vini unici, irripetibili e talvolta straordinari. Una delle scelte più importanti viene fatta nel momento in cui si impianta un vigneto: la scelta del terreno, della posizione, dei vitigni, ma anche del tipo di piante che costituiscono il vigneto. Queste possono provenire da selezione clonale o da selezione massale, ma quali vantaggi può portare a una cantina la selezione massale in vigneto? Perché sceglierla? Ne abbiamo parlato con Marco Moroni, uno dei pochi vivaisti in Italia che affianca i vignaioli in questo impegnativo lavoro.

A tavola con il Grignolino
Una bellissima serata organizzata da Mauro Musso, presso La Limonaia di Torino, dove il Grignolino e la cucina di Cesare Grandi si incontrano.

Vendemmia 2014 vista dal consorzio Ovada DOGC
Attendere con calma indica rispetto per le differenze che emergeranno da questa difficile vendemmia 2014, così il presidente del Consorzio Ovada Docg commentando questa annata nel suo territorio, lontano dai clamori della stampa che annunciano acriticamente annate del secolo e disastri. Un lucido commento che ci sentiamo di condividere sperando che l’approccio tenuto da questo piccolo consorzio possa ispirare più correttezza anche ad altri loro colleghi.

La vinificazione georgiana nei Qvevri patrimonio dell’umanità secondo Unesco
Lo scorso 3 dicembre l’Unesco ha riconosciuto patrimonio dell’umanità il metodo tradizionale di vinificazione georgiano in anfore di terracotta chiamate Qvevri, contenitori in cui il vino fermenta e viene lasciato affinare. Sono utilizzati in tutta la Georgia dove il vino e la vigna ancora conservano un ruolo importante nella vita quotidiana e nella cultura tradizionale

Menti e il vino volutamente declassato
Avete mai notato avvicinandovi al banchetto dell’azienda Giovanni Menti a qualche manifestazione la scritta sulla maglietta che lui indossa? C’è scritto: Vino volutamente declassato. Se non vi siete fermati a chiedere spiegazioni questa è l’occasione per averle, pubblichiamo il breve scritto di Stefano Menti su questo argomento che è interessante per molti territori e molti produttori di qualità in tutto il nostro paese.

Stefano Menti e i Lieviti, storia di un percorso personale.
Il racconto davvero personale di Stefano Menti, vignaiolo veneto che lavora con la Garganega, del suo ritorno all’uso dei lieviti propri dell’uva. Queste brevi righe narrano di un percorso personale di un agricoltore, figlio di agricoltori, di un ritorno alla centralità della terra, di una riscoperta di sapori autentici, del confronto con altri produttori di vini naturali…

Ruolo di vespe e calabroni nella vita del Saccharomyces cerevisiae
Il Saccharomyces cerevisiae (per i non vignaioli: si tratta del lievito che trasforma il mosto in vino) è stato oggetto di un’autorevole ricerca iniziata nel 1998 e conclusa proprio in questi giorni: vespe sociali e calabroni sono i “custodi” di questi lieviti nei periodi dell’anno in cui non possono vivere sull’uva. Sarebbero quindi proprio questi insetti i responsabili della tipicità dei vini.

Responsabilità pratica del contadino nella società moderna
Pubblichiamo l’intervento conclusivo della Tavola rotonda “Vignaiolo bene comune, la viticoltura come presidio del territorio”. Conclude Saverio Petrilli di Tenuta di Valgiano che qui ha parlato nella sua doppia veste di vignaiolo e di Segretario della Fivi – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Con lucidità estrema Petrilli evidenzia quali siano oggi le resposabilità che i contadini e i vignaioli possono e devono riprendere nelle proprie mani.
Il sacrificio di una denominazione: Rosso di Montalcino
Pubblichiamo con piacere l’interessante articolo di Davide Bonucci, curatore di Enoclub Siena, sulla proposta di variazione al disciplinare di produzione del Rosso di Montalcino.