Oggi 5 novembre 2014 alle ore 14 Emmanuel Giboulot torna davanti alla corte del tribunale di Dijon in Francia per difendersi dalle accuse. Da cittadini e abitanti di città e campagne, ma anche come amanti del vino abbiamo seguito tutti il suo caso con grande partecipazione perché è emblematico di quello che può accadere anche a casa nostra: condannare chi tutela la salute pubblica.
Il 7 aprile il giudizio era stato tutto sommato favorevole a Giboulot infatti era stato condannato al pagamento di una molta di soli 1.000€, molto meno degli iniziali 30.000€ previsti. Nonostante questo Emmanuel non si è fermato e continuando a dichiararsi innocente ha scelto di fare appello.
“Il risultato della previsione fatta nel 2013 nella Cote d’Or (campioni raccolti in 642 vigne, 356 analisi, 3 campioni positivi) hanno mostrato che Emmanuel Giboulot non si era sbagliato e ben oltre la sua proprietà. E’ stato inoltre confermato che la pressione della malattia in Saône-et-Loire era molto irregolare. I decreti emanati nel 2014 hanno tenuto conto di queste informazioni, in modo moderato certamente e a volte difficile da capire ma hanno comunque permesso di ridurre di un terzo circa il consumo di insetticidi con una zonazione e una modulazione dell’intensità del trattamento in alcune zone.” Così racconta Giboulot e di questo dobbiamo ringraziare la sua fermezza.
Dall’Italia un grande in bocca al lupo per oggi pomeriggio mentre davanti al tribunale di Dijon i francesi si danno appuntamento alle ore 12 per un pic nic di sostegno a Giboulot e per richiedere il suo rilascio e la liberazione da tutte le accuse.