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L’Europa al voto sul glifosato

Bruxelles, 26 mag. (askanews) – La Commissione europea proporrà ai governi degli Stati membri di ri-autorizzare solo per un anno e mezzo nel mercato Ue il Glifosato, il principio attivo dell’erbicida totale Roundup della Monsanto, il più usato al mondo, al centro di una controversia scientifica sulla sua possibile (o probabile) cancerogenicità. Lo hanno riferito oggi a Bruxelles fonti comunitarie.

Proprio in queste ore sono in partenza le lettere di Bruxelles ai governi dei Ventotto, con la proposta di una proroga temporanea dell’attuale autorizzazione, che scade a fine giugno, del Glifosato, in attesa della valutazione che ne farà l’Echa, l’Agenzia Ue per le sostanze chimiche, probabilmente entro giugno o luglio del 2017.

La richiesta di prorogare l’attuale autorizzazione fino a sei medi dopo la pubblicazione del rapporto dell’Echa, e comunque non oltre la fine del 2017 sarà presentata dalla Commissione al Paff, il Comitato permanente Ue su piante, animali, alimenti e mangimi, in cui siedono e votano gli esperti tutti i governi dell’Ue, in una nuova riunione che sarà convocata per il 6 giugno prossimo.

Una precedente proposta della Commissione di ri-autorizzare il Glifosato per nove anni, presentata all’ultima riunione del Comitato permanente, il 19 maggio scorso, non aveva raccolto l’adesione di un numero di rappresentanti nazionali sufficiente a garantire la maggioranza qualificata (19 Stati membri erano favorevoli, ma fra i grandi paesi Francia e Italia avevano indicato l’intenzione di votare contro e la Germania di astenersi, insieme ed altri sei paesi, Portogallo, Svezia, Slovenia, Lussemburgo, Austria e Grecia). L’Esecutivo Ue aveva quindi deciso di non procedere al voto formale e di modificare la sua proposta.

Il Glifosato è stato giudicato un anno fa come “probabilmente cancerogeno” dallo Iarc, un gruppo di ricercatori che lavora per l’Organizzazione mondiale della Sanità, ma l’Autorità Ue di Sicurezza alimentare di Parma (Efsa) ha clamorosamente smentito quelle conclusioni, valutando come “improbabile” di rischio di cancerogenicità dell’erbicida.

Il Parlamento europeo aveva chiesto, a sua volta, di limitare a sette anni la ri-autorizzazione, e di limitare la vendita del Glifosato alle sole aziende agricole, vietandone anche l’applicazione nei parchi pubblici e negli spazi urbani.

Il governo francese ha preso recentemente una posizione molto dura contro la ri-autorizzazione, considerando che che il Glifosato, indipendentemente dalla controversia sulla sua eventuale cancerogenicità, è un probabile perturbatore endocrino. Più possibilista, rispetto alla nuova proposta della Commissione, appare la posizione dell’Italia, che comunque è stato, con la Francia, l’unico altro Stato membro a opporsi la volta scorsa.

La Commissione sperava di poter convincere la Germania a votare a favore della nuova proposta, ma è probabile che il governo di Berlino confermi la propria astensione, soprattutto perché non riescono a mettersi d’accordo i due ministri competenti, quello dell’Ambiente (contrario) e quello dell’Agricoltura (favorevole).

Da notare che in base alle regole Ue della “comitologia”, che si applicano in questo caso, la Commissione ha il potere di procedere al rinnovo dell’autorizzazione anche se ha contro la maggior parte degli Stati membri, a condizione che non vi sia una maggioranza qualificata contraria. Ma questa volta, vista la delicatezza della questione, l’attenzione dell’opinione pubblica e il rischio di essere accusato di decidere contro la salute dei cittadini, l’Esecutivo comunitario ha detto chiaramente di non avere l’intenzione di forzare la mano, e ha annunciato che ri-autorizzerà il Glifosato solo se riuscirà a raccogliere la maggioranza qualificata a favore.

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