vini, persone, territori, tradizioni

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Natural Resistance in anteprima nazionale a Parma il 7 maggio

Locandina di Resistenza Naturale di NossiterL’attesa è grande, davvero grande per vedere il nuovo film di Jonathan Nossiter integralmente e seduti in una sala cinematografica. Presentato con successo al Festival di Berlino “Natural Resistance” ha trovato una distribuzione d’eccellenza in Italia con Lucky Red e viene proiettato in anteprima nazionale a Parma mercoledì 7 maggio al Cinema Edison (Largo 8 Marzo 9/A – Parma) alle ore 21,15.

L’evento vedrà la presenza del regista che approfondirà alcune tematiche del film, indirizzandosi in modo particolare alle giovani generazioni. A questo scopo è previsto un incontro lo stesso giorno con gli studenti universitari alle ore 16.30 nell’Aula A del plesso didattico del Dipartimento di Scienze degli Alimenti – Campus Universitario. Presso il Cinema Edison alle ore 20 degustazione con i vini di Stoppa e Camillo Donati.

Grande l’attesa, dicevo, non solo per il ritorno di Nossiter sul tema del vino a dieci anni di distanza dal suo Mondovino (uscito esattamente nel 2004) che rimane a tutt’oggi una delle più incisive fotografie del mondo enologico contemporaneo assediato dalle esigenze della globalizzazione, dell’industria e della grande distribuzione. Ma anche per la presenza come attori (nel senso meno cinematografico del termine) di amici vignaioli che oltre ad accompagnare i nostri pasti con ottimi vini, hanno fatto davvero molto per l’affermarsi di un’agricoltura rispettosa e di un gusto autentico in questi 10 anni di movimento. Protagonisti del docu-film sono infatti Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi, Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa di Pacina, Corrado Dottori della Distesa, Elena Pantaleoni e Giulio Armani di Stoppa.

“Dopo Mondovino – racconta Nossiter – non avrei mai immaginato di tornare a filmare tra i vigneti. Terminati i dieci episodi di “Mondovino – La serie”, nel 2006, ero piuttosto sicuro di non voler più parlare di vino nel mio cinema e pensavo che se fosse successo di nuovo sarebbe dovuto accadere come poi è effettivamente accaduto: per puro caso, diventando piano piano qualcosa di molto diverso da “un film sul vino”.

E siamo molto felici di questa “casualità” che lo ha riportato a raccontare il mondo del vino perché in questi 10 anni molte cose sono cambiate e c’è davvero bisogno di un nuovo sguardo su questa realtà. Come dice Nossiter: “… se dieci anni fa la maggior parte delle persone ha concordato nel riconoscere che la principale minaccia alla libertà e alla diversità proviene dalla globalizzazione, oggi, le cose che minacciano la nostra libertà e la salvaguardia delle nostre differenze personali, culturali e politiche mi sembrano più sottili tuttavia molto più pericolose. Quindi, pur essendo un film molto più piccolo, Resistenza Naturale trasmette un senso di urgenza diverso.”

E’ con una certa emozione che mi avvicino alla visione di questo film: i vignaioli fanno il proprio lavoro di cura della terra, trasformazione dell’uva in vino, conservazione e commercializzazione, senza di loro tutto questo non sarebbe possibile, ma lo sguardo esterno di chi si avvicina al loro lavoro guardandolo nell’insieme e con una collocazione storia e sociale credo che sia necessario per capire più a fondo la portata del loro lavoro quotidiano.

Jonathan NossiterNossiter: La cosiddetta «crisi» in Europa e Nord America è un eufemismo venduto da coloro che non hanno perso nulla in questi ultimi anni, creato per attutire lo shock altrimenti inaccettabile dovuto a questo nuovo ordine economico -sociale. Tra le vittime c’è anche la cultura del gesto artigianale autentico, libero e antico come la nostra civiltà, danneggiato oggi come mai prima d’ora.
Miracolosamente, nel mondo del vino un gruppo che unisce ricchi e poveri, destra e sinistra, classe media e anarchici, ha resistito con un successo sorprendente. Per anni mi sono chiesto se i miei colleghi del cinema avrebbero seguito il loro esempio.
Negli ultimi 10 -15 anni, questi viticoltori naturali hanno trasformato l’idea alla base del vino, soprattutto in Francia e in Italia, ma sempre più anche altrove, mettendo in mostra il cinismo e la manipolazione chimica del vino più convenzionale. Migliaia di agricoltori vecchi e nuovi (molti in fuga da settori lavorativi in crisi o paralizzati e stanchi della vita in città) hanno dichiarato la loro libertà nel fare il vino e praticare l’agricoltura con un profondo rispetto per la storia e la salute del luogo in cui vivono e lavorano.

Questi viticoltori naturali hanno disprezzato il compromesso burocratico e cinico della certificazione di “vino biologico” (le regole di Bruxelles e degli USA sul biologico sono dettate dall’industria chimica e farmaceutica per garantire che niente possa veramente cambiare). I “vignaioli naturali”, invece, hanno rinnovato la vita di un alimento che ha dato gioia e conforto per 8000 anni. Voltando le spalle alle regole del mercato, si sono uniti nel loro assoluto rispetto per la salute dei loro terreni, per le persone, gli animali e gli insetti che ci hanno donato la vita e per le persone che berranno il frutto del loro lavoro. Essi ritengono anche che i più bei frutti della terra dovrebbero essere democraticamente accessibili a tutti e che cosElena Pantaleoni nei vigneti di Stoppaì debbano essere anche il prezzo dei loro vini, dei cereali, della loro frutta e verdura. Non è una sorpresa che, in Europa e in Nord America, enoteche e ristoranti naturali si stiano moltiplicando, grazie soprattutto a dei giovani molto più attenti e sensibili rispetto a quelli della mia generazione.
Ho notato questa differenza fin dal montaggio, dove il mio giovane assistente al montaggio Alberto Rigno si è dimostrato molto importante durante il processo di editing, nel costruire un dialogo tra questo film e la sua generazione.
Questi personaggi e la loro risposta collettiva mi hanno mostrato un modello gioioso di resistenza alle norme e alle regole liberticide che colpiscono con maggior forza di giorno in giorno per preservare le corporazioni e le istituzioni nazionali e internazionali. Per me, Resistenza naturale è un messaggio d’amore al potere del cinema e dell’agricoltura come atto di gioioso dissenso. Sento questo film anche come un testamento alla gioia dell’amicizia e della famiglia, per ogni espressione di essa e per quello che trasmette: un senso di libertà di interpretazione e responsabilità, per il passato, il presente e il futuro.”

L’anteprima nazionale a Parma è realizzata con il sostegno e in collaborazione con il Master COMET del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e con il Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società dell’Università degli Studi di Parma. Curato da Paolo Tegoni, docente del modulo Tipicità dei vini nell’ambito del Master COMET, e promosso da Solares Fondazione delle Arti in collaborazione con Fice Emilia-Romagna e Lucky Red.

Per informazioni tel. 0521.964803

 

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