vini, persone, territori, tradizioni

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Nuovo attacco istituzionale ai vini naturali: Fiorio annuncia interrogazione

Massimo Fiorio alla tavola rotonda FIVI 2012

Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura dell’attuale Governo Letta, ha annunciato ieri (9 settembre) un’interrogazione parlamentare riguardante i vini naturali con queste parole riportate da diverse agenzie di stampa tra cui l’Ansa: “Occorre fare chiarezza su cosa significa ‘vino naturale’: molte bottiglie con questa etichetta stanno invadendo il mercato italiano. Si tratta di una definizione ad oggi autodisciplinata che rischia di disorientare i consumatori e penalizzare i produttori”.

Quali sono i consumatori e i produttori che ne sarebbero penalizzati? Di certo non quei consumatori informati che questi vini li cercano e li scelgono passandosi le informazioni in modo carbonaro visto che la maggior parte delle aziende non lo scrive sull’etichetta per timore di essere multata. Di certo non quei produttori che lavorano seriamente e non hanno bisogno di appoggiarsi a un’immagine fittizia per vendere le proprie bottiglie. Non dimentichiamoci che le tante bottiglie che stanno invadendo il mercato italiano non arrivano all’1% della produzione enologica nazionale e che la maggior parte di questa produzione va all’estero, quale sarebbe dunque il grave danno economico causato da questo 1%?

E continua Fiorio: ”Se da un lato la produzione e la commercializzazione di vino ‘naturale’ sta continuamente aumentando (sono nate associazioni di viticoltori, consorzi di aziende e fiere specifiche), gli uffici competenti del dicastero dell’Agricoltura stanno, al tempo stesso, intensificando le indagini e le ispezioni nei punti vendita intimando il ritiro delle bottiglie con tale denominazione. Per questo motivo abbiamo chiesto al ministro Nunzia De Girolamo di assumere una posizione chiara e coerente, per tutelare in primo luogo i cittadini e le aziende del settore: o si definisce una norma specifica per la dicitura ‘vino naturale’ o va vietato, per legge e senza eccezioni, il commercio in Italia di vino che presenti aggettivi, nelle confezioni, negli imballaggio o nelle etichette, riferiti a disciplinari di produzione non ufficialmente regolamentati”.

Dopo la brutta esperienza del disciplinare europeo per il vino biologico, sono pochi i produttori di vino naturale che ritengono quella della stesura di un disciplinare la strada giusta: percorrendo questa strada infatti ci si troverebbe presto di fronte al muro economicamente e politicamente insormontabile delle grandi lobby del vino anch’essi bramosi di poter scrivere sulla propria etichetta la parolina magica “vino naturale” che allargherebbero le maglie del regolamento come è avvenuto per il biologico. Per chi l’avesse dimenticato infatti gli additivi e le pratiche enologiche ammesse nel vino biologico sono di poco inferiori a quelli ammessi nel vino convenzionale.

Fiorio è stato – oltre che sindaco del comune di Calamandrana – presidente della Comunità Collinare Vigne e Vini – Alto Monferrato Astigiano, ha supportato la FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti nella presentazione dell’interrogazione parlamentare sui Sistemi di sicurezza contro le contraffazioni dei prodotti agricoli e alimentari, conosce quindi molto bene il mondo del vino e dei produttori artigiani. Dovrebbe sapere che fare vino senza utilizzare additivi o processi invasivi non è pericoloso ne per la salute pubblica ne per l’ambiente, informare i consumatori dei processi produttivi alimentari dovrebbe essere, prima che un obbligo, un preciso dovere civile per tutti i produttori, e non un reato.

Provi Onorevole Fiorio a pensare alla funzione primaria dell’etichetta, noi riteniamo che debba servire ad informare correttamente il consumatore e non a nascondere, a livellare verso il basso le eccellenze produttive italiane ed europee.

 

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