Continua a rappresentare una delle interpretazioni più convincenti del Catarratto in purezza, questo Porta del Vento: corpo e bevibilità, versatilità e territorialità, tutto riesce a convivere in equilibrio in questo bianco che lascia anche presagire buone prospettive in termini evolutivi. Un vino ben fatto, insomma, figlio di un territorio particolare – i vigneti si trovano a circa seicento metri di altitudine – e di una scelta inequivocabilmente naturale. Già pronto al consumo, saprà senza dubbio regalare soprese ed emozioni nel giro di non molto tempo. Affinamento sei mesi più sei acciaio/vetro, 6 mila le bottiglie in commercio.
Colore giallo paglierino luminoso. Al naso è caratterizzato da bella pulizia e complessità in divenire. Fresco floreale (tiglio, acacia) e agrumato, richiami di frutta chiara e miele. Deciso ma non invadente, bella mineralità. Di estremo interesse il quadro gustativo. Secco, sapido, freschissimo ma non privo di morbidezza, presenta una progressione (ancora) non del tutto fluida e un finale non lunghissimo; poi però arriva una persistenza spiazzante, tutta giocata su richiami all’olfatto.
Abbinamenti consigliati: la combinazione sapidità – freschezza regala un prodotto di notevole abbinabilità, che può essere pensato sposato a prosciutti crudi, verdure al forno, carni bianche, zuppe di pesce, crostacei in varie preparazioni.
A cura di Marco Arturi