
Stralustro 2008 – Guccione
Tra storia e preistoria, la lunga vita del cataratto. A volte riemergono bottiglie dimenticate. Quando apri questi vini, fatti senza aggiunte se non un pizzico
Tra storia e preistoria, la lunga vita del cataratto. A volte riemergono bottiglie dimenticate. Quando apri questi vini, fatti senza aggiunte se non un pizzico
Francesco Guccione, vignaiolo biodinamico siciliano ha lavorato sodo per darci questo vino: un rosso siciliano da uve autoctone, il perricone e il nerello mascalese in parti uguali. Due bei vitigni, una bella mano, una bella sensibilità quella della persona che l’ha prima immaginato e poi seguito nel suo evolversi. Vinificazione naturale, lieviti autoctoni, adatto ad un medio invecchiamento
Manfredi e Francesco Guccione sono i due fratelli che conducono l’azienda agricola di famiglia in Sicilia producendo vini da agricoltura biodinamica con vitigni tradizionali siciliani. La famiglia ha sempre fatto agricoltura, si parte nel 1200, e i due fratelli pur vivendo a Palermo hanno sempre trascorso molto tempo nelle campagne di Cerasa. Abbiamo chiacchierato a lungo con Francesco Guccione per capire meglio il loro percorso e la loro terra.
E’ passato tanto tempo da quando la Sicilia era nota nel mondo del vino più per i silos su ruote che si dirigevano a nord di Roma, per tutta Europa e fino al 54° parallelo, che per i suoi vitigni. Negli ultimi 30 anni si è rivelata come una delle regioni più dinamiche non solo nel miglioramento della qualità dei vini, ma anche nel percorso di valorizzazione dei vitigni tradizionali, grazie soprattutto a piccole aziende che cercano di garantirne la sopravvivenza.
Figlio di un’annata non semplice, il Gibril è figlio di una concezione che mira a privilegiare gli aspetti meno irruenti della viticoltura siciliana, controbilanciando gli eccessi. Lo produce un viticoltore che si sta imponendo all’attenzione degli appassionati per le scelte coraggiose che caratterizzano il suo operato: Francesco Guccione. Questo vino esprime una natura fragile e tenace allo stesso tempo
Terza tappa di questo filone, orange wine come amano chiamarli gli americani, ospiti di quella bellissima cantina che è La Stoppa di Rivergaro (PC). E’ Giulio Armani che ci accoglie, ci guiderà per tutta la giornata, e, non ultimo ci farà assaggiare, a fine degustazione dei macerati, qualche vecchia annata de La Stoppa.
Per noi di Sorgente del Vino non è questione di vita o di morte, e pensiamo sia lo stesso per le aziende che partecipano al progetto, ma in ogni caso premi e riconoscimenti fanno sempre piacere.
O meglio della familia Puglisi. Etna, versante nord, 650 mt slm La bottiglia da aprire quando vuoi andare sul sicuro, bottiglia che mette tutti d’accordo,
Il vino naturale è vivo e vegeto. Alive and kicking, come cantavano i Simple Minds negli anni Ottanta. Certo, molte cose sono cambiate da quando
Pubblichiamo qui la traduzione dell’articolo di Alice Feiring comparso sul New York Times il 7 dicembre 2019. Una brillante riflessione sullo stato dell’arte che merita di essere letto fino in fondo.
Tra storia e preistoria, la lunga vita del cataratto. A volte riemergono bottiglie dimenticate. Quando apri questi vini, fatti senza aggiunte se non un pizzico
Anatrino in bottiglia e nel bicchiere Trebbiano toscano, breve macerazione Siamo in Val di Chiana, (Arezzo) dove Marco Tanganelli, one man band dell’azienda, fa l’agricoltore
Sorgentedelvino è un progetto di conoscenza del vino curato da
Echofficine Associazione Culturale
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