Occhio terso, impalpabile, marmoreo.
Unghia violacea, quasi stanca, immobile. Metto il vino accanto a me, subito una sventagliata di amarene sotto spirito mi assale, prima ancora che abbia potuto mettere il naso dentro al bicchiere. Lo spettro olfattivo sembra granitico. Non ci sono in questo naso le punte acute di aromi definiti, inutile stare a cercarle, è tutto il contrario: un profumo caldo, intenso e compatto di fragola matura e di gelato alla nocciola; un vento balsamico che non smette di soffiare incessante nella parte superiore del bicchiere. Nonostante questa imponenza – mi viene quasi da dire “giocosa”, dal momento che sono dolcemente accarezzato da questi sbuffi – il vino non si placa, e con il passare del tempo mette in mostra tante altre belle cose: il limone grattugiato, la pesca sciroppata, ma sopratutto l’infuso di erbe.
Il giorno dopo l’apertura persino una delicata nota di cera rossa. Al sorso è roboante per intensità ma composto, signorile, aggraziato. Il tannino, docile e ben integrato, è una maglia fine, piacevole da sentire in punta di bocca. Ad inizio sorso è sapido, fresco, acidulo. Poi al centro del palato esplode con forza il richiamo alle note già avvertite all’olfatto, sopratutto pesca e amarena. A tre quarti cominciano a mostrarsi di nascosto le erbe amare, le quali si fanno via via sempre più nitide e definite fino a comparire nette in un finale lunghissimo di cicoria.
Gran bel vino, davvero, da abbinare ad esempio ad un coniglio arrosto alle erbe, ad un formaggio di fossa, oppure ad un bel quartirolo. Da bere ora o da invecchiare qualche anno in cantina, secondo i vostri gusti.
Maggiori info sulla Valpolicella Superiore 2008 e gli altri vini di Monte dall’Ora