Nel corso di questa serata abbiamo assaggiato una serie di bottiglie particolari, vini da uve a bacca bianca vinificati in rosso. Questo il solo comune denominatore.
Vedo di spiegarmi meglio per chi non conosce questo tipo di vinificazione. L’uva viene pigiata e il mosto ottenuto rimane a contatto con le bucce per un tempo variabile, esattamente come si fa solitamente con i vini rossi.
I vini provenivano da Piemonte, Emilia, Veneto, Campania, Friuli.
Ad assaggiarli una allegra brigata di enoappassionati, accompagnati da Giulio Armani uno dei pionieri della vinificazione delle uve bianche con macerazione.
La sosta dei mosti sulle vinacce di questi vini è stata la più varia, si va da macerazioni di poche ore a a quelle di molti mesi, a seconda della tipologia delle uve , del risultato ricercato e, ovviamente, della sensibilità del vignaiolo.
Anche le annate erano abbastanza diverse con prevalenza di vini giovani, 2005 e 2006, ma siamo risaliti sino a una vendemmia 99.
Il risultato di questi assaggi è stato abbastanza chiaro. Si tratta di vini complessi, e come tutti i vini complessi non sempre di facilissima beva. Decisamente ampia e variegata la varietà dei profumi, così come è risultata evidente la riconoscibilità dei vitigni.
Altra caratteristica comune a tutti i vini una volatile un poco altina, ma mai fastidiosa sempre ben integrata nella complessità dei vini.
A tratti usciva qualche nota pseudo ossidativa, scrivo pseudo in quanto, al riassaggio del giorno dopo i vini erano ancora li assolutamete integri e in alcuni casi migliorati al naso.
Forse sono usciti meglio i vini da vitigni aromatici come la Malvasia Aromatica di Candia, ma pure Tocai Friulano e Cortese si sono comportati molto bene.
Non arrivo a sostenere che quella della macerazione pellicolare sia la sola ed unica strada per la produzione di vini bianchi, ma sicuramente è una delle strade su cui conviene investire e lavorare. E’ una strada nuova da esplorare, ci sono asperità ed eccessi da limare, ma è una bella nuova prospettiva per andare al di la del bianco. E’ un andare al di la che sa anche di storia del vino, un recupero della tradizione: in Emilia, Liguria e in alcune zone del Piemonte i bianchi venivano (e vengono) tradizionalmente macerati sulle bucce.
Il panorama della produzione non era certamente completo, mancavano molti friulani e i liguri e chissa quante altre realtà, ma ci torneremo appena possibile, è una promessa.
Ultimo mi sento di poter spezzare una lancia sulla abbinabilità di questi vini al cibo. Pesce di robusta fattura, primi piatti altrettanto rubusti, formaggi a medio lunga stagionatura… e perché no carni bianche soprattutto se speziate all’orientale si accompagnano molto bene, basta fare attenzione alla temperatura di servizio, che deve essere intorno ai 15 gradi ovvero si fresco ma assolutamente non freddo, per non avere tannini troppo ruvidi e esaltare le caratteristiche complessità dei profumi.