
Scrivere naturale sulla controetichetta di un vino potrebbe essere reato.
Così almeno pare viste le “visite” della “repressione frodi” presso l’enoteca Bulzoni di Roma e presso la Velier di Genova.
Il vino in oggetto è il BellottiRosso di Cascina degli Ulivi (legalmente cooperativa Terranera), che sulla controetichetta recita:
“Biodinamico: uve prodotte da agricoltura biodinamica”
“Naturale: vinificato naturalmente senza aggiunte”
“Autentico: prodotto con i suoi lieviti naturali”
Una provocazione, come ci dice Stefano Bellotti, ma nulla che non corrisponda a verità.
“Naturale” il termine “incriminato, ma è solo sul vino che queta parola viene utilizzata?
Abbiamo fatto un giro veloce in un supermercato e abbiamo trovato svariati prodotti che utilizzano questo termine sull’etichetta, e, a parer nostro, decisamente a sproposito.
Nella galleria sottostante troverete le immagini di 2 bevande, acqua minerale naturale e thè.
Abbiamo scelto 2 bevande, tra i vari prodotti proposti in vendita con la parola naturale o stretti derivati in etichetta (naturalmente, come natura, naturalmente sano) che riportano proprio naturale.
Niente di ovviamente illegale, semplicemente la solita confusione delle normative all’italiana. Acqua naturale addizionata di acido carbonico? (ognidove in etichetta). Infuso naturale per il thè. Non importa se all’infuso, che diverrà bevanda al thè, vengono poi aggiunti zuccheri, aromi non meglio definiti, acido ascorbico, acido citrico e citrato di calcio.
Naturale resta in bella vista, anzi in grande evidenza. Ripetiamo nulla di illegale, noi preferiremmo però una etichetta più chiara.
Ci rimane un grande dubbio. Perchè un intervento proprio sul vino naturale?
Forse che perchè il vino naturale è appannaggio delle piccole aziende?