vini, persone, territori, tradizioni

vini, persone, territori, tradizioni

Corrado Dottori: “Non è il vino dell’enologo”

dottori-non-e-il-vino-dell-enologoCorrado Dottori, vignaiolo a Cupramontana nelle Marche, ha scritto un libro: “Non è il vino dell’enologo – Lessico di un vignaiolo che dissente” pubblicato nell’ottobre di quest’anno dalla casa editrice Derive e Approdi che al mondo del vino e dell’agricoltura ha sempre dedicato molta attenzione.

E’ un lessico ed è un romanzo, è il racconto di una storia personale ma anche un “trattato di politiche agricole”, è un’occasione per parlare di vino ma anche per riflettere sulla realtà odierna.

Dal libro…

C’è una matrice comune ad ogni forma estetica dell’oggi, a volerla cercare. E’ l’assoluta preponderanza dell’aspetto tecnologico. Il dominio della tecnica. Così come vengono “costruiti” i cantanti di successo dentro a vere fabbriche della canzone pop che si basano sul digitale e sulla computerizzazione della musica, così si fabbricano i vini attraverso protocolli enologici rigidi ed omologanti incentrati sulla chimica e sulle tecnologie dell’industria alimentare. E’ il vino al tempo della sua riproducibilità tecnica, per dirla con Michel Le Gris. Un vino figlio del suo tempo che si basa su di un gusto omologato. E se per caso il gusto cambia, perché qualche innovatore sposta l’attenzione verso qualcosa di nuovo, che problema c’é? Ci si adegua. Perché qualunque ricetta oggi può essere adeguatamente replicata.

Ma non basta. E’ anche la possibilità di una distribuzione immediata su larga scala, a creare le condizioni per cui tutto deve essere facilmente “consumabile” e comprensibile. E’ la cultura pop, bellezza.

Così un gusto “medio”, paradigmatico, borghese ed innocuo si fa pietra di paragone del bello e del buono. E devianza è ciò che a questo gusto non rassomiglia. Oppure difetto. Al massimo “alternativo”, se si vuol creare una nicchia da spremere.

Ed allora capita che dopo ottomila anni di vinificazioni l’uomo moderno salga in cattedra a dire che cosa sia il vino e di cosa debba sapere. E gli enologi ed i sommeliers prima di tutto cercano il difetto, nel bicchiere, non la fatica dei contadini.

E per chi fosse interessato a sentirlo raccontare dalla viva voce dell’autore ecco le prossime tappe ufficiali di presentazione del libro:

  • Jesi, 13 dicembre: Antiche cantine del Porticello, con degustazione e aperitivo-cena. Ore 18.30
  • Roma, 22 dicembre: Atelier ESC, Via dei Volsci. Reading musicale featuring Giuliano Dottori. Ore 20.00
  • Bologna, 10 gennaio: Lortica Garden Wine.
  • Corridonia, 12 gennaio: Slow Food condotta di Corridonia.
  • Macerata, 25 gennaio: Centro Sociale Sisma, con cena a base di prodotti Biologici.

Invece più informazioni e la possibilità di acquistarlo sul sito di Derive e Approdi

Ultimi articoli
nerello di enotrio

Il Nerello di Nunzio

O meglio della familia Puglisi. Etna, versante nord, 650 mt slm La bottiglia da aprire quando vuoi andare sul sicuro, bottiglia che mette tutti d’accordo,

bottiglia e bicchiere di Stralustro di Guccione

Stralustro 2008 – Guccione

Tra storia e preistoria, la lunga vita del cataratto. A volte riemergono bottiglie dimenticate. Quando apri questi vini, fatti senza aggiunte se non un pizzico

anatrino in bottiglia e nel bicchire

Anatrino – Carlo Tanganelli

Anatrino in bottiglia e nel bicchiere Trebbiano toscano, breve macerazione Siamo in Val di Chiana, (Arezzo) dove Marco Tanganelli, one man band dell’azienda, fa l’agricoltore