vini, persone, territori, tradizioni

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La Classica Valpolicella di Cecilia Trucchi

Siamo a Castelrotto, frazione di San Pietro a Cariano, una di quelle alture isolate della Valpolicella classica costituite da un basamento di rocce calcaree e calcarenitiche eoceniche. L’erosione provocata dalla discesa prima dei ghiacci poi dalle piogge ha costruito dei terrazzamenti naturali che attualmente sono ricoperti da un sottile strato di terra ricchi di scheletro, habitat ideale per la cultura della vite.

Qui c’è Villa Bellini, una storica dimora risalente al 1400. La dimora è circondata completamente da un muro di recinzione il Brolo, equivalente veronese del “Clos” francese.

veduta aerea di Villa Bellini

Questo è il piccolo regno di Cecilia Trucchi, piccola grande regina della Valpolicella.

Cecilia, architetto paesaggista, acquista questa stupenda proprietà a metà degli anni 80 insieme al marito, e quasi per caso si ritrova vignaiola e produttrice di vino dalla spendida annata 90 quando, al posto di vendere la propria uva, decide di vinificare in proprio l’amarone  e la valpolicella.

Da sempre qua l’agricoltura è biologica, senza se e senza, ma pure senza cedimenti poetici o mistici.

Tra cipressi e rosai antichi, pergole e nuovi impianti dei vitigni classici, corvina, corvinone, molinella e rondinara. Vitigni internazionali banditi.

Oggi vengono prodotti solo 2 vini, il Valpolicella Classico superiore “Taso” e l'”Uva Passarecioto della valpolicella doc classico.

Le bottiglie di Villabellini: Valpolicella

L’appassimento è naturale senza nessuna forzatura, il fruttaio si avvale delle brezze che scendono dai monti per appassire lentamente le uve.
La cantina, in fase di ristrurazione quasi ultimata, è l’antica cantina della dimora, sapientemente ristrutturata secondo i principi della bioedilizia, in modo di ottenere un ambiente dove sia semplice lavorare e dove il vino possa riposare nel rovere ed affinarsi con il trascorrere degli anni.

La vinificazione dal 2000 segue tutti i dettami del biologico. Lieviti propri delle uve, pochissima solforosa, pochi travasi illimpidimenti  ottenuti con il freddo dell’inverno, nessuna forzatura. I nuovi impianti ( alcuni iniziano ad entrare in produzione) sono stati studiati per ottenere una maturazione ottimale delle uve, sesti di impianto molto fitti, potatature molto corte, lo scopo finale è quello di ottenere uve che possano dare mosti sufficientemente concentrati ed evitare, per il Valpolicella, l’appassimento in fruttaio.

le vigne di villa bellini a Castelrotto

Il passaggio alla vinificazione naturale è stato lento, ragionato. Nasce da quel continuo porsi domande, e cercare soluzioni. Da qui le prime vasche all’inizio del decennio corrente, e via via fino ai vini di oggi, dove il territorio esce con forza in tutta la sua naturalezza. Vini nitidi, veri, giusti. Parafrasando: “Un’altra viticoltura è possibile”.

Ultima tappa la cantina di invecchiamento, la visita allo storico aziendale. Un condensato di vent’anni di vini ed esperimenti, dal primo amarone del 90 ai vini che oggi siamo abituati ad associare a Cecilia Trucchi.

Scappiamo via, nel cuore i profumi di questa terra, le antiche rose, l’uva fiorita, il fiore d’ulivo. Verona è a pochissimi chilometri, al naso paiono migliaia.

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