Lo scorso anno difendemmo il Brunello, in seguito qualcuno difese la Barbera, ora è il turno del Cirò.
Bene, benissimo, ma forse è l’ora di attaccare, di cambiare punto di vista.
Tutta l’Italia del vino sta piegandosi alla logica dell’appiattimento industriale.
Legalmente o no, chiaramente o meno.
Su questi bei colli, sedicenti agronomi fanno piantare merlot e shiraz al posto di barbera e croatina. Altri, molto slow, osannano il new deal spacciando patate per trifole, nouvelle vague al sapore di salmone selvaggio allevato.
Altri ancora, bio-che più-bio-non-si-può, hanno partorito.
Niente topolino, nemmeno paperino c’entra, ma un grande documento il DISCIPLINARE (del bio vino). La madre terra innanzi tutto, in cantina va bene qualunque schifezza, basta sia, e neppure sempre, biocertificata.
Capisco, l’economia deve girare, il vino deve appagare destra e sinistra, sopra e sotto, maschi femmine e gli altri 14 sessi conosciuti
Capisco tutto, ma vorrei bere, bere bene come ho sempre fatto.
PS Maggiori info solo in privato, soprattutto sui 14 altri sessi