Ca de Noci piccola azienda della collina reggiana punta decisa a territorio e tradizione, con quel pizzico di “incoscenza” giovanile che spinge ad esplorare le nuove vie dell’agricoltura biologica, delle vinificazioni naturali.
Vini fatti con vitigni locali pazientemente recuperati, vinificati senza aggiungere solfiti, rifermentati naturalmente in bottiglia, insomma quel mix che fa si che un prodotto tradizionale diventi un grande vino. Rubino molto intenso con riflessi violacei, pulito e limpido. Naso molto mobile, i sentori eterei lasciano velocenete spazio a una mineralità ferrosa, la frutta rossa matura, una ciliegia nera croccante su tutti. Entra in bocca con impatto deciso, quasi aggressivo, denso.
Teso vibrante, pieno di richiami alla terra d’origine e alla tradizione locale, per nulla banale. Un frizzante da bere subito, ma sarebbe preferibile conservare alcune bottiglie in cantina per valutarne l’evoluzione nei prossimi 4/5 anni, potrebbe riservare grandi sorprese. Nell’uvaggio di questa bottiglia (grasparossa 30% malbo gentile 30% Lambrusco di Montericco 20% Sgavetta 20%) c’è appunto anche del Malbo Gentile, uva difficile da coltivare, poco produttiva, ricca e complessa che solitamente appieno il suo potenziale con il trascorre degli anni.
Da mettere in tavola con i piatti della spendida tradizione emiliana, regge tranquillamente anche quelli di non lieve fattura, li valorizza e lascia belle senzazioni di pulizia nel cavo orale.