vini, persone, territori, tradizioni

vini, persone, territori, tradizioni

Bianca Regina 2006, la malvasia di Lodovica Lusenti

La pazienza è ciò che nell’uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni.
(Honoré de Balzac)

bianca regina 2006Abbiamo saputo attendere. Attesa premiata.

Venne il giorno di un pollo alle spezie, decidemmo di giocare con le assonanze piuttosto che con i contrasti.

Stappiamo questa bottiglia, malvasia di Candia aromatica vendemmia leggermente tardiva. Gli diamo una decina di minuti per respirare, annusiamo e assaggiamo aspettanto il pollo. Al naso è un mercato di spezie orientali, dove predominano, alternadosi, curcuma macis e uno zenzero dolce.

L’oro antico nel bicchiere lascia archetti glicerici sul vetro, in bocca è snello ed elegante, potente senza eccessi.

Arriva in tavola il piatto, un semplice pollo arrosto parecchio speziato, accompagnato da una corona di riso basmati semplicemte bollito arricchito con un poco di burro di malga.

Piatto e vino iniziano a giocare, abbinamento perfetto. L’untuosità del pollo viene bilanciata dall’acidità e dal tannino, spezia su spezia il boccone muta sapori e profumi ad ogni assaggio.

Il frutto appare in sottofondo con una susina gialla selvatica, matura e sottile, più un ricordo che una predominanza.

L’alcool è tanto (14.5°) eppure non si avverte, residuo zuccherino piccolo, quasi non avvertibile. Legno perfettamente dosato.

Adatto da sbicchierare, regge almeno un paio di giorni senza particolari accorgimenti, sempre che la bottiglia non finisca prima (come di solito accade).

Perfetto da bere ora, ha ancora una lunghissima vita davanti.

Abbinamenti: carni bianche speziate, animali da cortile, formaggi a pasta dura stagionati, pesci importanti al forno, riso al curry, oppure in solitaria come vino da meditazione.

Spendiamo due parole su questa spendida e difficile uva: poliedrica, si possono ottenere mosti parziamente fermentati, vini frizzanti, grandi bianchi da invecchiamento macerati e no, passiti e vinsanti. Basta non approffitare della generosità di queste viti produttive anche fin troppo. Potature corte, terreni magri, scelta del giusto clone (grappolo piccolo e spargolo) danno risultati eccezionali, mentre se si vogliono rese all’ettero elevate i risultati decisamente scarsi.

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