vini, persone, territori, tradizioni

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Nasce il disciplinare Vinnatur per il vino naturale

Il vino naturale italiano si arricchisce di un nuovo disciplinare di produzione, i soci Vinnatur hanno infatti approvato le proprie regole per la coltivazione della vite e la produzione dei vini

assemblea-vinnatur

Ha visto la luce, dopo una gestazione durata parecchi anni, il disciplinare di produzione del vino naturale “Vino di VinNatur” approvato dall’assemblea dei soci il 15 luglio 2016 a Scandicci (FI). Questo disciplinare sarà in vigore dall’annata (vendemmia) 2017 e prevede che le pratiche dichiarate dai vignaioli siano verificati attraverso un piano di controlli che verrà attuato in collaborazione con enti certificatori riconosciuti dal Mipaaf.

E’ un passo importante: il disciplinare nasce infatti dopo 8 anni di verifiche sull’assenza di residui di pesticidi e sulle quantità di solfiti presenti nei vini degli associati e l’associazione stessa lo considera “un punto di partenza, non un punto d’arrivo”. Questa regolamentazione che si stanno dando i soci Vinnatur va ad aggiungersi a quella di altre associazioni ed enti che in questi anni si sono occupate di mettere ordine nell’ambito del vino naturale: Demeter Italia che nel 2013 con il proprio disciplinare di vinificazione ha ristretto le norme internazionali dell’associazione, le associazioni Viniveri e Renaissance des Appellations – Italia e l’ultima nata, nel marzo 2016, la Carta d’Intenti del Vino Naturale Italiano. Trovata in fondo all’articolo tutti i link per l’approfondimento.

Abbiamo letto accuratamente il disciplinare Vinnatur, ci piace, ma ci vorremmo farci e fare chiarezza su alcuni punti, soprattutto sulle pratiche di cantina.

Pratiche agronomiche

Riguardo alle pratiche agronomiche quasi nulla dire, se non l’annoso e irrisolto conflitto tra legge e pratica agricola sui trattamenti (obbligatori in alcune regioni) contro la Flavescenza Dorata, o meglio contro il suo (presunto) vettore, lo Scaphoideus titanus. Certo esiste il piretro, insetticida naturale ad ampio spettro molto tossico per le specie acquatiche, esistono i trucchi (fingere di trattare contro il vettore), ma il problema è di difficile approccio e ancor di più difficile soluzione.

Pratiche di cantina

Veniamo alle pratiche di cantina, al primo punto si legge: “fermentazione  spontanea  con  uso  esclusivo  di  lieviti indigeni,  quindi  già  presenti  nell’uva  e  negli ambienti di vinificazione”. Proseguendo nella lettura arriviamo alla pratiche non ammesse in cantina dove leggiamo “Uso di lieviti selezionati commerciali”. Qui ci sorge la prima domanda, sono permesse o no le fermentazioni con lieviti di selezione aziendale?

Al secondo punto leggiamo: “possibilità  di  modificare  la temperatura del mosto o del vino al fine  di  garantire  il  corretto svolgimento delle fermentazioni”. Al quarto punto delle pratiche non ammesse “pratiche invasive atte ad alterare le caratteristiche intrinseche del vino e a modificarne i processi di vinificazione, ad  esempio: trattamenti  termici  superiori a 30°” Anche qui una domanda, la criomacerazione è una pratica ammessa o vietata? I controlli di temperatura quali limiti hanno?

Benissimo la ricerca dei pesticidi del vino come è stata fatta finora, ma con l’approvazione di questo disciplinare verranno ricercati nel vino anche i residui di glifosato e/o suoi metaboliti?

Certificazione del vino o certificazione dell’azienda?

Veniamo a quello che riteniamo il punto più importante: la certificazione “VinNatur” è sul singolo vino o sull’azienda?

Nella premessa al disciplinare leggiamo infatti che “tutti i vini prodotti dai vignaioli soci VinNatur sono vini: ottenuti esclusivamente da uve provenienti da vigneti gestiti direttamente del viticoltore e curati secondo le indicazioni di base di cui al punto 1; vinificati secondo le indicazioni di base di cui al punto 2.”

Ci sembra che questo escluda che i soci Vinnatur possano certificare solo una parte della propria produzione, ma trattandosi di un punto importante ci piacerebbe fosse più chiaro. Faccio un esempio: produco nella stessa cantina 100.000 bottiglie di cui solo 10.000 naturali. Queste 10.000 bottiglie potranno essere certificate come “Vino di VinNatur“?

Ringraziamo VinNatur, e ovviamente il suo “grande capo” Angiolino Maule, per questo prezioso contributo al vino naturale italiano con la certezza che si faranno carico di rispondere alle nostre domande.

Vi invitiamo alla lettura del testo del disciplinare “Vino Vinnatur” approvato dall’assemblea e qui di seguito trovati alcuni link per approfondire l’argomento:

Link utili per conoscere il vino naturale italiano

 

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