Dalla classicissima zona del Moscato bianco, un vino atipico o quasi, ma perfettamente aderente al territorio, ovvero inventarsi la propria strada quando i disciplinari non permettono di seguire la tradizione.
Nel bicchiere si presenta di colore dorato intenso con riflessi ambrati. Naso molto intenso complesso, apre su note di albicocca candita, tra il dolce e lo speziato. Con il trascorrere del tempo, escono dattero e noce fresca..
In bocca è si dolce, ma niente stucchevolezze, bell’equilibrio tra zuccheri residui, alcol ed acidità. Una leggerissima ossidazione rende questo bicchiere ancora più intrigante, donandogli grande fascino. Si potrebbe abbinare a pasticceria secca, magari a base di mandorle, oppure ad un formaggio erborinato importante, ma noi lo abbiamo assaggiato in solitaria, davanti ad un camino scoppiettante, dandogli il tempo che questo grande vino merita.
Il bicchiere racchiude (e merita) il calore del grande jazz sudamericano, o la sottile ironia delle parole di un cantautore francese. Note e parole libere, così come è libero questo vino. Bottiglietta da 0.375, grande rapporto qualità prezzo.
Da bere subito, oppure da conservare anche per parecchi anni in cantina. Lotto: 2005