Dal colore violaceo intenso, mi aspetto un naso esagerato, prepotente; invece, con mia piacevolissima sorpresa, i profumi sono di una gentilezza “femminile” entusiasmante; quando sento questi nasi, capisco perché i nostri vecchi erano soliti dire: “la barbera”. Non c’è niente da fare, la barbera è femmina, è donna.
Ciliegia dolcissima, un vento di violetta e una decisa nota piccante, probabilmente presagio dell’arancia che sarà; è velluto al sorso, fodera completamente il palato, e chiude infine con un’incredibile scodata acida. Difficile fermarsi ai primi bicchieri; bevibilità ad altissimi livelli, nonostante l’elevato grado alcolico. Bel vino, davvero non posso chiedere di più a questo vitigno.
Consiglio caldamente di abbinare ad un piatto di pane e coppa, ed in generale ai piatti della tradizione piacentina come, ad esempio, “pisarei e faso”.